ADENOCARCINOMA

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Adenocarcinoma endometriale



L'adenocarcinoma endometriale è una neoplasia che colpisce l'endometrio, ossia il tessuto di rivestimento (mucosa) della cavità interna dell'utero.

L'adenocarcinoma endometriale rappresenta circa l'80% delle diverse forme istologiche che caratterizzano il carcinoma dell'endometrio, la frequenza del quale è stata stimata essere inferiore solo a quella dei tumori del polmone, del colon e della mammella.

I dati sulla diffusione del carcinoma endometriale, di cui l'adenocarcinoma endometriale è appunto il più comune istotipo, sono piuttosto preoccupanti in quanto si stima che in Italia sorgano 5000 nuovi casi all'anno che riguardano questo male, costituenti il 15% circa di tutti i tumori.

L'adenocarcinoma endometriale colpisce di solito le donne che hanno una età avanzata; d'altro canto, nelle donne più giovani, talvolta si può avere anche una forma di adenocarcinoma secretivo che è caratterizzato da una prognosi relativamente favorevole rispetto ad altre varianti del tumore dell'endometrio, come ad esempio quella dell'adenocarcinoma a cellule chiare e quella dell'adenocarcinoma secernente mucina, che del resto sono forme anche rare.

Le forme più frequenti di adenocarcinoma endometriale sono invece quelle con ghiandole tubulari con un rivestimento cellulare a strati che contiene scarsa mucina.

Seguendo la classificazione F.I.G.O., l'adenocarcinoma endometriale è caratterizzabile in tre diversi gradi sulla base dell'alterazione delle cellule cancerogene componenti: con G1 e G2 si indicano i gradi più frequenti, riguardanti il 90% dei casi, essendo G1 il grado a prognosi più favorevole, mentre con G3 si indica il caso più raro con una incidenza del 10%. A seconda del grado del tumore si possono avere diverse prognosi e diverse modalità di intervento con opportune terapie.

Entrando più nel dettaglio della gradazione, l'adenocarcinoma endometriale di grado G1 è caratterizzato da cellule piuttosto simili a quelle normali, quello di grado G2 è caratterizzato da cellule "atipiche" maggiormente distinguibili da quelle normali, mentre quello di grado G3, denominato anche "adenocarcinoma indifferenziato", è caratterizzato da cellule molto particolari e ben distinguibili da quelle normali.

Vi è anche un'altra classificazione F.I.G.O., che riguarda il livello di diffusione dell'adenocarcinoma endometriale; si parte da uno Stadio I, nel quale il tumore si trova soltanto dentro il corpo dell'utero con lesione cancerosa rilevabile solo al microscopio, fino ad arrivare ad uno Stadio IVb, nel quale il tumore è diffuso in organi distanti dall'endometrio, anche con metastasi nell'addome e nei linfonodi inguinali. Si stima che circa l'80% dei tumori dell'endometrio si trovi nello Stadio I.

L'adenocarcinoma all'endometrio può interessare, per propagazione, anche la cervice, le tube, l'ovaio, la vescica, il miometrio e la cavità peritoneale, e in questo caso si parla di estensione diretta; il tumore si può anche diffondere per via linfatica e per via ematogena.

Vi sono diversi fattori di rischio che incidono sull'insorgenza dell'adenocarcinoma endometriale, primi fra tutti l'obesità, la menopausa tardiva e l'uso prolungato di estrogeni. Le donne che soffrono della sindrome dell'ovaio policistico sembrano avere una certa predisposizione per il tumore.

La diagnosi viene in genere effettuata mediante la citologia, l'ectomografia, il raschiamento e l'isteroscopia. Sarebbe opportuno effettuare esami di prevenzione una volta all'anno nei casi normali, e a tal proposito ultimamente sono disponibili dei sussidi medici monouso che possono essere impiegati per prelevare dalla cavità uterina del materiale analizzabile con il microscopio, il tutto fattibile in laboratorio e, generalmente, senza impiego di anestesia.

Negli esami preventivi, si scandaglia l'utero con la sua mucosa, e l'isteroscopio e il microisteroscopio di Hamou sono strumenti di sussidio per tale analisi; l'ecografia transvaginale, magari in associazione con la flussimetria e il color Doppler, è un altro importante strumento diagnostico che contribuisce a quantificare il rischio che una donna in menopausa possa contrarre l'adenocarcinoma endometriale.

Fra i sintomi più comuni dell'adenocarcinoma endometriale vi sono il sanguinamento anomalo, presenza di sangue nelle urine, dolori al basso ventre, dolori alla schiena e dolori percepiti mentre si urina.

La terapia per lo più utilizzata per l'adenocarcinoma endometriale è di tipo chirurgico; se il tumore si trova nello Stadio I, il più frequente, in genere si procede con una isterectomia, ossia con l'asportazione dell'utero, oppure con una laparotomia, ossia con l'asportazione dell'utero e delle ovaie, delle tube e di una piccola porzione di vagina.




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